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| In due mesi la D16 di Rossi è stata rifatta
Una rivoluzione in tempi così rapidi non ha precedenti. Già ad Assen il prossimo weekend Valentino Rossi guiderà una moto che non è neanche lontana parente di quella utilizzata finora. A Borgo Panigale hanno lavorato giorno e notte e in gran segreto per due mesi, da quando cioè, dopo il primo test di Jerez con la Mille del 2012, insieme a Rossi ne hanno scoperto ed apprezzato i vantaggi. "Millizzare" la 800, farla diventare insomma una "mille bis" significava rifare completamente la moto. Bisognava "ottocentizzare" la mille.
Un’impresa comunque improba, un rischio, al quale però anche Rossi ha detto sì. Basta perdere del tempo. Così ecco che in Olanda la nuova Desmosedici avrà un nuovo telaio, nuove carene, nuovi tubi di scarico, nuovo forcellone a capriata rovesciata con nuovo leveraggio, nuovo motore, diverse misure di alesaggio e corsa e nuovo cambio iperveloce.
Della Desmosedici come l'abbiamo vista non resta nulla. Non era facile perchè delegando al motore la funzione di telaio (si chiama motore portante) singificava rifare i carter come il mille, riprogettare il motore anche per fissare la nuova ciclistica ed inserire il nuovo cambio. Incredibile, ma l'hanno fatto. La moto ha già girato settimana scorsa con Franco Battaini al Mugello per superare un test di affidabilità di circa 500 chilometri. Missione compiuta. Per evitare il sospetto che Rossi, presente anche lui al test, provasse illegalmente la moto (che è esteticamente uguale a tutti gli effetti alla mille che invece i piloti titolari possono provare) Ducati ha chiesto agli ispettori federali già presenti al test di verificare le cilindrate delle moto in prova. Ricordate poi il favoloso e velocissimo cambio della Honda di cui si parla da mesi? Sulla Ducati di Assen ci sarà anche quello. O meglio, non proprio quello, nel senso che non è il cambio Honda del cui progetto si sa poco, ma un progetto personale al quale Ducati lavora dal 2010 che riduce in maniera sensazionale i tempi di passaggio da una marcia all'altra e gli scuotimenti che una cambiata lenta e brusca poteva indurre. Se la rivoluzione ha dell'incredibile, l'azzardo non è da meno. Ora si tratta di ricominciare a lavorare sugli assetti di una moto che non è conosciuta. Rossi e Ducati forse chiederanno ancora un minimo di pazienza, ma sperano e pensano che il momento della loro svolta sia arrivato.@sportmediaset.it
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